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Il lago Bajkal in Siberia 4.7 (3)

Il Lago Bajkal o Baikal è uno dei più grandi e antichi laghi del mondo, si trova nella Siberia meridionale ed è situato tra Occidente e Oriente. Sulle sue rive si trovano templi buddhisti e sciamanici di influenza tibetana, chiese russo- ortodosse ed anche battiste. La città più vicina al lago è Irkutsk. Nel 1996 è stato posto sotto la tutela dell’UNESCO come patrimonio dell’umanità, ed è uno dei laghi più grandi del mondo per la sua superficie. Fa parte della lista delle Sette meraviglie della Russia ed è chiamato dai siberiani “Il Mare” o “Il Vecchio Uomo”. Si pensa che abbia intorno ai 25 milioni di anni. Il lago Bajkal si estende su una superficie di 31 722 km², si allunga per 636 km da nord a sud, lungo circa 48 km. La sua profondità media è di 744 m, con una profondità massima nella parte centrale di 1 642 m. E’ sia il lago d’acqua dolce più profondo del mondo sia quello con il volume maggiore 23 615 km³. Il volume d’acqua che contiene equivale a circa cinque grandi laghi americani messi assieme e riceve acqua da ben 330 emissari, le sue acque sono pure e limpide che permettono di vedere fino a quaranta metri di profondità. Le acque sono ricche di ossigeno, 75%, anche in profondità. Il ghiaccio del lago è tra i più trasparenti al modo per la purezza delle sue acque e in inverno il loro spessore può raggiungere i due metri. Si trova in una zona geologicamente di sprofondamento, fossa tettonica, molto profonda. E’ circondato da piccole catene montuose intorno alle sue coste: monti del Bajkal, monti del Barguzin, monti Primorskij, monti Chamar-Daban, monti Ulan-Burgasy e, all’estremità settentrionale, l’Altopiano Stanovoj. In inverno il lago è caratterizzato da un esteso congelamento delle acque superficiali; questi […]

Funghi Bioluminescenti – luminosi di notte 5 (1)

Nel 1849 per le strade di Natividade, un paesino situato al centro del Brasile, il botanico inglese George Gardner assistette ad una strana scena. Si accorse di un gruppo di ragazzi che giocavano con un oggetto luminoso; poi si rese conto che si trattava di un fungo bioluminescente. Questo fungo veniva chiamato flor-de-coco, fiore di cocco, e mostrarono a Gardner il luogo dove cresceva tra fronde in decomposizione, alla base di una palma nana. Gardner allora inviò il fungo all’Erbario di Kew, in Inghilterra, dove venne studiato e chiamato Agaricus gardneri, in onore di chi lo scoprì. In seguito, la specie non è più stata avvistata. Fino al 2009. Dennis Desjardin, docente di ecologia al dipartimento di biologia, e colleghi ricercatori alla State University di San Francisco, hanno ora raccolto nuovi campioni del fungo e l’hanno riclassificato come Neonothopanus gardneri. I ricercatori si augurano che dagli studi sul fungo brasiliano riusciranno a rispondere alla domanda su come e perché alcuni funghi brillino in quanto tutt’oggi le cause rimangono un mistero. Funghi luminosi tanto da poter legger un libro di notte Desjardin insieme ai suoi colleghi hanno denominato la classificazione del fungo nel genere Neonothopanus, dopo aver studiato l’anatomia, la fisiologia e il pedigree genetico. Ma trovare nuove specie del fungo da studiare è stato difficile. Per riuscire a cogliere il bagliore verde del fungo Desjardin e il suo collega brasiliano Cassius Stevani, sono dovuti uscire nelle notti di luna nuova e addentrarsi nella foresta, tra la fitta vegetazione e i progressi tecnologici come le fotocamere digitali che hanno reso un pò più semplice rintracciare i funghi bioluminescenti. La bioluminescenza, la capacità di alcuni organismi di produrre da soli la luce, è un fenomeno molto diffuso al contrario di come si possa pensare. Tra gli esempi ci sono le meduse, le lucciole […]

Cambiamento del clima – Vicini all’estinzione? 4.8 (4)

“Le uniche soluzioni sensate ed efficaci alla crisi climatica richiedono agli essere umani grossi cambiamenti nel loro modo di agire e pensare.”Al Gore, premio Nobel per la Pace 2007 Il 23 settembre 2014 a Wall Street migliaia di persone sfilano davanti al palazzo dell’ONU alla vigilia del summit sul clima. Chiedono ai leader mondiali di approvare misure per ridurre l’anidride carbonica e accusano i grandi gruppi industriali di far pressioni per impedire che firmino l’accordo. Sembra che siamo sull’orlo di una catastrofe planetaria a quanto sostengono l’ONU e la NASA. Secondo alcune stime , a causa del cambiamento del clima, i disastri naturali sono in aumento. Assistiamo all’aumento della temperatura, all’acidificazione dei mari, alle piogge torrenziali, alla siccità e allo scioglimento dei ghiacciai. Quasi tutti i sistemi che sono a supporto della vita sono in declino, gli scienziati ritengono che ci stiamo avvicinando ad una nuova estinzione di massa. Secondo stime ufficiali della World Meteorological Organizations (WMO) i disastri naturali sono in aumento.e sono destinati a crescere. Nel 2013 ci sono state circa 600 catastrofi che hanno provocato oltre 22 milioni di sfollati in tutto il mondo. Allarme cambiamento climatico La ricerca scientifica lancia l’allarme, l’essere umano sta creando il cambiamento del clima che vede come prime vittime noi stessi che stiamo causando il cambiamento. Il nostro pianeta sembra avere le ore contate. Ci sono vari elementi che ci confermano l’innalzamento delle temperature. Sembra che siamo molto vicini al punto critico e con ciò si intende punti sorpassati i quali l’uomo difficilmente o è quasi impossibile che riuscirebbe a gestire gli effetti. Negli ultimi anni anche in Italia siamo stati colpiti da disastri causati da piogge che hanno fatto vittime e causando distruzione. I disastri naturali comportano un disastro socio-economico altissimo. L’allarme è globale il clima sta cambiando. Bisogna agire […]

Trovati i resti di un mostro marino – Leviathan Melvillei 4.3 (3)

Ritrovato un mostro marino e sembra trattarsi di un probabile antenato del capodoglio, ma le sue caratteristiche fanno ipotizzare più che altro ad un feroce predatore. Il cranio e la mascella fossilizzati di una balena gigante di 12 – 13 milioni di anni fa sono stati scoperti sulla costa del Perù. La creatura, la cui scoperta è riportata in un articolo della rivista Nature di questa settimana, appartiene a un genere ignoto di balena ed è stato rinominato “Leviathan Melvillei” in onore di Herman Melville, autore di Moby Dick e date le dimensioni dei suoi denti doveva essere feroce e cattivo come la Balena Bianca di Melville. Il fossile è stato ritrovato negli strati di oceano dove è stato registrato anche lo squalo gigante e gli autori suggeriscono che questi due predatori giganti e raptoriali avrebbero potuto vivere nella stessa zona, nutrendosi di sottordine di cetacei, come i Misticeti. Leviathan melvillei  aveva denti lunghi 36 centimetri Lungo da 13 metri a 18 metri (nella ricostruzione eseguita dai ricercatori), il Leviathan melvillei doveva avere denti giganti: lunghi 36 centimetri e con un diametro di 12 centimetri.  Probabilmente a causa di cambiamenti delle temperature oceaniche che divennero troppo basse anche il t-rex marino si è estinto. I resti e le ricostruzioni del Capodoglio preistorico OGGI E’ UN GIGANTE BUONO – Il capodoglio (Physeter macrocephalus) è il più grande animale vivente ai giorni nostri, misurando fino a 18 metri di lunghezza, ma differenza del suo antenato si nutre di calamari e altri cibi che gli offre il mare. Video – Il ritrovamento del Leviathan