Il mondo è davvero colmo di cose misteriose che, per quanto la scienza cerchi di scoprire, non sempre riesce a…
Era da molto che non scrivevo di strani eventi paranormali, alieni o complotti, ed oggi andremo a vedere cosa si…
Oggi torno a scrivere di un argomento già trattato in passato, riproponendolo in maniera semplice e alla portata di tutti,…
The OA è un telefilm statunitense del 2016 creato da Brit Marling e Zal Batmanglij per Netflix, catalogabile nel genere drama-fantasy-fantascienza e mistero, la prima stagione è composta da otto episodi ed il finale fa ben sperare ad una possibile seconda stagione (in arrivo marzo 2019). Molto intensa ed a tratti struggente, caratterizzata da una buona recitazione dei protagonisti, gli amanti del genere saranno costretti a mangiare The OA episodio dopo episodio anche grazie alla trama originale e ben congegnata. Tra le migliori serie tv del 2016, viene inserita nella lista dei telefilm da non perdere del nostro blog. The OA Trama Tutto ruota intorno al ritorno apparentemente miracoloso di una giovane donna che era stata assente per ben 7 anni ormai data per dispersa dalla comunità locale. Quando originariamente scomparve, era cieca ed ora la sua vista è stata in qualche modo ripristinata. In più, si ritrova con gravi cicatrici sulla schiena, alle quali non vuole dare spiegazione di come se le sia procurate. Ben presto verrà messa in discussione e si troverà al centro di diverse situazioni legate ad un gruppo di ragazzi che lei stessa ha volutamente coinvolto nella sua vita. Per alcune persone della comunità lei è un miracolo ma per altri altri solo un pericoloso. La verità non è semplice ne facile ma tutto ha un disegno ben preciso. The OA Attori e Personaggi Brit Marling: Prairie Johnson Emory Cohen: Homer Roberts Scott Wilson: Abel Johnson Phyllis Smith: Elizabeth “Betty” Broderick-Allen Alice Krige: Nancy Johnson Patrick Gibson: Steve Winchell Brendan Meyer: Jesse Brandon Perea: Alfonso “French” Sosa Ian Alexander: Buck Vu Jason Isaacs: Dr. Hunter Aloysius “Hap” Percy The OA Trailer Video The OA serie tv streaming ita
Se amate i luoghi particolari, misteriosi e un pò tetri, allora in Colombia, su una rocca che sporge nella vallata di Tequendama si trova l’Hotel del Salto, noto anche come “luogo dei suicidi“. Tra le mura dell’hotel del salto ci sono gli spiriti delle anime che chiedono giustizia, infestando tutta la struttura e manifestandosi molto spesso ai turisti, che si recano all’hotel in cerca di segreti e misteri che aleggiano fin dalla sua costruzione. Hotel del salto resort preferito per i suicidi La sua altezza è di 157 metri. Fu inaugurato nel 1924, anche se alcune fonti datano il 1928, e per via della su posizione in breve tempo divenne l’hotel più celebre della Colombia. Dall’hotel del Salto si può ammirare un panorama meraviglioso che si affaccia sulla tutta la zona che lo circonda, dalla natura alle acque che scorrono. La sua posizione ha però due facce, una è paradisiaca e l’altra infernale. Storia Nel periodo degli anni 40 nel bar dell’hotel, si ritrovavano alcolizzati di diversa estrazione sociale, e spesso avvenivano delle risse. Molti uomini, durante le risse, sono morti cadendo giù dal precipizio nel fiume Bogotà. Inoltre, attorno all’hotel, a quei tempi prese vita una strana moda, da tutto il mondo arrivavano persone per alloggiare all’hotel e poi suicidarsi buttandosi dalle proprie stanze o dal tetto. I proprietari furono costretti a risolvere questo problema che iniziò fin dai primissimi anni. L’hotel del Salto svolse la sua attività fino agli anni 90, quando decise di chiudere a cause delle continue risse, suicidi e per le misteriose apparizioni di fantasmi. Di seguito un video dove dei simpatici avventurieri sono riusciti addirittura a farsi aprire, visitare l’interno e la famosa balconata. Hotel del salto Video Hotel del Salto oggi Ancora oggi però accadono strani avvenimenti che spaventano gli abitanti della zona. […]
Da stilista intramontabile a “spia” nazista e “antisemita”. Sarebbe questo il volto più oscuro e nascosto di Gabrielle Bonheur Chanel, in arte Coco Chanel. Una delle celebri frasi di COCO CHANEL era: “Per essere insostituibili bisogna essere diversi”, lei di sicuro non era una donna qualsiasi. Nuovi documenti, pubblicati in un libro in uscita negli Stati Uniti dal titolo “Al letto con il nemico – La guerra segreta di Coco Chanel”, dimostrerebbero che la famosa stilista e icona francese sia stata una spia nazista. Hal Vaughan, autore della biografia, spiega: “Coco Chanel era fieramente antisemita già prima dell’avvento al potere di Adolf Hitler in Germania. Odiava ebrei, sindacati, socialismo, comunismo e massoneria”. Coco Chanel in rapporto con reich Voci dei rapporti fra Chanel e il reich non sono nuove infatti girano fa tempo, e Vaughan attraverso numerosi documenti recuperati negli archivi francesi, tedeschi, inglesi e americani, tra cui un documento redatto dalla polizia francese nel 1946, racconta nuovi particolari di questa storia. Tutto cominciò nel 1940 quando Chanel all’età di 57 anni venne reclutata dall’Abwehr, settore dell’intelligence tedesca con scopi difensivi assoldato da Adolf Hitler, iniziando così a lavorare per i tedeschi con la matricola F-7124 e il nome in codice Westminster, dal suo amante e amico il duca di Westminster. Il coinvolgimento di Chanel col regime nazista sarebbe cominciato al momento del crollo dell’esercito francese nel 1940. Le missioni di Coco per Hitler Hitler la usò per due obiettivi: intrecciare una trattativa segreta con Winston Churchill, con il quale aveva un’amicizia, e stabilire un contatto diretto con il duca di Windsor, l’ex re Edoardo VIII, noto per le sue simpatie nei confronti del Terzo Reich. Finita la guerra, sarebbe stato proprio Winston Churchill a intervenire presso le autorità francesi per evitare a Coco Chanel un processo per collaborazionismo. Secondo il libro di Vaughan, l’agente […]
Tra i tanti misteri della Gioconda, il più difficile da decifrare è l’identità della donna raffigurata nel dipinto. Nuove scoperte sulla Monnalisa di Leonardo Da Vinci arrivano da un ricercatore italiano, Angelo Paratico, uno storico che da 20 anni vive e lavora a Hong Kong. Lo studioso, dopo un lungo studio sui legami tra la Cina e l’Italia negli ultimi 5 secoli, negli ultimi anni è arrivato ad nuova clamorosa conclusione tramite la scoperta di una documentazione. Chi è la Gioconda? Paratico, in un libro, in uscita il prossimo anno, riporta le sue tesi e racconta la storia di una schiava di origine cinese che avrebbe ispirato il famoso quadro di Leonardo Da Vinci, dipinto tra il 1503 e il 1506, e secondo lo storico la misteriosa Monna Lisa sarebbe la madre di Leonardo Da Vinci. Nuova teoria sull’identità della Gioconda Questo nuovo studio ribalta le ipotesi tradizionali che ritengono che la madre di Leonardo fosse una contadina toscana, di nome Lisa Gherardini. Paratico invece ritiene si trattasse di una schiava orientale, di nome Caterina, a servizio da un ricco cliente amico di Ser Piero, padre del pittore. Le ricerche avrebbero individuato, prima della nascita di Leonardo nel 1452, alcune carte legali del padre in cui figurava la donna. Dopo il 1452, data di nascita del da Vinci, è scomparsa misteriosamente dai suoi documenti senza lasciare nessuna traccia. A conferma della sua teoria il ricercatore sostiene che, nel periodo del Rinascimento, la presenza di schiavi orientali era molto frequente in paesi come l’Italia e la Spagna. Le radici cinesi di Leonardo sarebbero confermate dal fatto che fosse mancino, caratteristica tipica cinese, come anche quella di scrivere da sinistra a destra. Inoltre Leonardo era vegetariano, cosa piuttosto inusuale per l’epoca in Occidente. Chi era Monnalisa nuove scoperte Alle spalle della Gioconda, sullo […]
Si era pensato di aver trovato dopo 126 anni la vera identità di Jack lo Squartatore a quanto pare adesso è nuovamente tutto avvolto nel mistero. Ad assassinare le 5 donne di Whitechapel, nella Londra di fine Ottocento, potrebbe non essere stato il barbiere polacco Aaron Kosminski, additato come “sicuro” colpevole in un libro pubblicato quest’anno e basato sull’analisi del Dna grazie ad uno scialle insanguinato appartenuto ad una delle vittime. Il risultato però sarebbe tutt’altro che incontrovertibile dato che si basa su un calcolo sbagliato, secondo alcuni esperti tra cui Sir Alec Jeffreys, l’inventore delle impronte digitali genetiche. Secondo il quotidiano The Independent, ci sarebbe stato un “errore di nomenclatura” nell’analisi del Dna, ossia un punto decimale messo nel posto sbagliato. Il dottor Jari Louhelainen, biologo molecolare dell’università John Moores di Liverpool ed esperto di fama mondiale, aveva estratto sei frammenti dallo scialle macchiato di sangue lasciato accanto a Catherine Eddowes, e aveva trovato il DNA per incolpare Kosminski. Identità di Jack lo Squartatore ancora un mistero Lo scialle, conservato senza mai essere lavato, dalla famiglia di un poliziotto di servizio la notte dell’omicidio, era stato comprato nel 2007 da Russell Edwards, che aveva incaricato Louhelainen di analizzarlo. Usufruendo della banca dati dell’Istituto di Medicina Legale, aveva confrontato il materiale genetico prelevato dallo scialle con quello di Karen Miller, discendente della Eddowes, e con quello di un discendente della sorella di Kosminski. Le analisi riguardavano una combinazione rarissima, pari a 314,4C, che capita una volta ogni 290.000 casi, ma non sono mai state pubblicate su riviste scientifiche, bensì solo nel libro “Naming Jack the Ripper”, in cui si dichiarava il caso chiuso. Il nome del barbiere polacco era negli appunti dell’ispettore capo dell’epoca, Donald Swanson, dove viene descritto come un ebreo polacco «di bassa estrazione sociale», mentre un altro inquirente, […]
Ci sono molti dipinti risalenti al periodo Medievale e Rinascimentale che sembrano raffigurare strani oggetti e agli occhi somigliano a degli UFO. Ci si chiede allora cosa siano: testimonianze di antichi avvistamenti, o soltanto rappresentazioni religiose di eventi divini? Nel medioevo e nel Rinascimento molti artisti hanno realizzato alcune delle opere più rappresentative, molto apprezzate e ammirate ancora oggi. Alcuni di questi dipinti però contengono delle stranezze che secondo gli ufologi raffigurano qualcosa di ultraterreno, i ben noti “dischi volanti”. Molti dei dipinti in questione sono di natura religiosa, ma si possono notare raggi laser e uomini a bordo di aerei. La Madonna con San Giovannino (immagine di copertina) L’opera di Domenico Ghirlandaio del quindicesimo secolo è l’esempio più rappresentativo. Nell’opera viene raffigurata la Vergine Maria insieme a Gesù e a Giovanni Battista da bambini. Sullo sfondo del dipinto si vede un uomo che scruta qualcosa nel cielo: si tratta di un oggetto che diffonde raggi di luce, simili alle raffigurazioni dei dischi volanti. Annunciazione Un altro esempio noto agli ufologi è il dipinto di Carlo Crivelli, l’Annunciazione del 1486. L’opera è molto citata da coloro che sostengono la Teoria degli Antichi Astronauti.Si vede nel cielo un oggetto circolare dal quale parte un raggio verso la direzione della Vergine Maria. Nonostante sia molto simile ad un UFO, gli scettici ritengono che l’oggetto in realtà sia una rappresentazione artistica di Dio circondato dagli angeli. Il Trionfo del Fante Altro dipinto ancora è Il Trionfo dell’Estate un arazzo del 1538 d.C. Nell’opera viene raffigurata l’ascesa di un sovrano al potere, ma c’è qualcosa di strano. Nella parte alta dell’arazzo verso il lato sinistro si vedono insoliti oggetti a forma di cappello nero sospesi nell’aria. Il Miracolo della Neve Tommaso di Cristoforo Fini detto Masolino da Panicale dipinse la “Fondazione della chiesa di […]
E dopo il mistero dei cerchi del grano, ecco il mistero dei cerchi nella neve? No, assolutamente, solamente delle opere d’arte di Simon Beck, un’artista britannico (ex cartografo), appassionato di montagna, che realizza le sue opere imprimendo le sue orme sulla neve fresca e visti dall’alto ricordano molto i famosi cerchi nel grano. Le sue realizzazione sono state denominate “cerchi nella neve”. Beck inizia a camminare sopra la neve seguendo sentieri precisi studiati in precedenza, strade che ritornano più volte su se stesse fino a formare intricati motivi geometrici. Come si fanno i cerchi nella neve? Per imprimere le sue orme, e realizzare i cerchi nella neve, utilizza speciali racchette e ciaspole da legare agli scarponi; queste calzature lasciano sul suolo motivi che prendono vita soltanto se osservati da una certa quota. Realizza spettacolari scacchiere, stelle, motivi floreali, frattali e mandala tibetani. Per orientarsi e capire con precisione quando è il momento di cambiare direzione usa una bussola. La realizzazione di un opera può richiedere fino a 10 ore di lavoro. Ha iniziato a realizzare questi cerchi nella neve nell’inverno del 2004, il tutto iniziato a causa di un problema ad un piede cosi cominciò a fare camminate sulla neve. Per dare uno scopo alle proprie passeggiate e renderle più divertenti si è inventato questo hobby, che l’ha in breve reso molto popolare sul web. Realizzare uno di questi motivi richiede moltissima fatica come scalare mezzo Monte Bianco. I raggi del sole rendono l’opera più suggestiva, creando giochi di luci ed ombre dall’effetto quasi tridimensionale. Purtroppo queste meravigliose opere non durano basta poco che la loro bellezza e l’intera giornata di lavoro viene cancellata. La maggior parte dei lavori di Simon Beck avviene però a Les Arcs, sulle Alpi francesi. Simon Beck ha una pagina facebook dedicata alle sue opere ed inoltre ha raccolto le immagini dei suoi […]
Lo sfruttamento del 10% del cervello è una teoria diffusa, secondo la quale le capacità intellettuali degli umani non sarebbero sfruttate a pieno: gran parte del cervello umano non sarebbe utilizzata e nel caso lo fosse, consentirebbe all’individuo di godere di capacità particolari e straordinarie. Alcuni arrivano a sostenere che nell’ipotetico 90% di massa inutilizzata si nasconderebbero importanti capacità psicocinetiche e psichiche in generale, oltre alla possibilità di sviluppare percezioni extrasensoriali, che ci permetterebbero il controllo mentale sugli oggetti, come spostarli facendoli fluttuare o addirittura sull’uomo, come lettura dei pensieri o magari facendone uno schiavo marionetta. Sebbene le capacità intellettive di un singolo individuo possano crescere nel corso degli anni allenandolo con esercizi, tramite l’istruzione, percorsi lavorativi e processi di vita quotidiana, la credenza che nella vita si utilizzi solamente il 10% del potenziale effettivo è priva di fondamento scientifico; pur se aspetti del cervello umano rimangono sconosciuti alla scienza attuale, tuttavia si conosce ogni singola parte e funzione associate al nostro cervello. Cosa succederebbe aumentando del 10% la capacità cerebrale? Immaginate per un momento come sarebbe la nostra vita se avessimo accesso diciamo…al 20% delle nostre capacità cerebrali. Questo primo stadio ci potrebbe dare la possibilità di avere il controllo completo del nostro corpo. Se ci riflettete è davvero sconcertante pensare che i greci, gli egiziani e gli indiani sapessero dell’esistenza delle cellule secoli prima dell’invenzione del microscopio. E che dire a proposito di Darwin, che tutti presero per matto quando presento la sua teoria dell’evoluzione? Sta a noi provare ad andare oltre le regole e le leggi e passare dall’evoluzione alla rivoluzione. Cento miliardi di neuroni per essere umano di cui soltanto il 15% è attivo. Vi sono più connessioni in un corpo umano di quante stelle ci sono in una galassia. Noi possediamo una rete gigantesca di […]
Il progetto MKULTRA o MK-ULTRA, riguardava una serie di attività che svolse la CIA durante il 1950 e il 1960, ed aveva come scopo la gestione degli interrogatori e del controllo mentale, gestito dall’Ufficio della Scientific Intelligence. Gli esperimenti riguardavano la somministrazione dell’ipnosi, di sieri della verità, di messaggi subliminali, l’LSD e altre azioni psicologiche su persone che erano state scelte appositamente. All’inizio il progetto venne chiamato “Project Bluebird“e in seguito “Project Artichoke” per arrivare poi al nome definitivo di “MKUlTRA. Ad ordinare questo progetto fu il direttore della CIA, Allen Dulles, il 13 aprile 1953, con lo scopo ostacolare gli studi russi, cinesi e coreani sul controllo mentale. Questo sistema doveva servire per avere numerosi vantaggi, tra cui la creazione di assassini inconsapevoli o il controllo di leader stranieri scomodi (ad esempio Fidel Castro). Nel progetto vennero coinvolte 80 istituzioni di cui 44 università e 12 ospedali, il sovvenzionamento totale fu di 25 milioni di dollari. Creavano il siero della verità Nel 1964 il progetto cambiò ancora una volta nome e fu chiamato MKSEARCH, e si occupava della creazione del siero della verità, che poi sarebbe servito per poter interrogare esponenti del KGB durante la guerra fredda. Il progetto venne reso noto al pubblico nel 1975 ad opera del Congresso degli Stati Uniti d’America attraverso la Church Committee e la U.S. President’s Commission on CIA activities within the United States. Tale commissione pubblicò un documento che recitava: Il direttore della CIA ha rivelato che oltre 30 tra università e altre istituzioni sono coinvolte in un programma intensivo di test che prevede l’uso di droghe su cittadini non consenzienti appartenenti a tutti i livelli sociali, alti e bassi, nativi americani e stranieri. Molti di questi test prevedono la somministrazione di LSD. Almeno una morte, quella del Dr. Olson, è attribuibile a queste attività. […]
Jack lo Squartatore è il nome che venne dato al serial killer più famoso di tutti i tempi che a Londra, nel degradato quartiere di Whitechapel e nei distretti adiacenti, nell’autunno del 1888 uccise delle prostitute. Il nome deriva da una lettera che giunse alla Central New Agency che fu scritta da qualcuno che affermava di essere l’autore degli omicidi. Gli furono attribuite 5 vittime, ma secondo gli studiosi il numero sarebbe tra le 4 e le 16 donne. Il metodo usato da Jack era il taglio della gola e rimuovendo gli organi interni abbandonando poi i loro corpi mutilati nei vicoli. Si supponeva che fosse un pazzo fanatico, che avesse conoscenze di anatomia e che fosse un maniaco sessuale. La sua prima vittima fu Mary Ann Nichols, seguì Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e infine Mary Jane Kelly. Le altre sei possibili vittime sono Emma Elizabeth Smith, Martha Tabram, Alice McKenzie, Frances Coles e Rose Mylett. Nel corso degli anni ci sono state varie teorie sull’identità di Jack e sulla sua professione infatti il numero di sospettati è salito attualmente a oltre cento persone senza ancora aver incastrato il vero assassino. Secondo nuovi studi dopo 126 anni la vera identità di Jack lo Squartatore, che terrorizzò la Londra vittoriana è stata svelata grazie al test del DNA effettuato su uno scialle che indossava una delle sue vittime che morì il 30 settembre del 1888. L’assassino sarebbe un immigrato polacco di nome Aaron Kominski, un giovane di 23 anni che faceva il barbiere.Già all’epoca il nome di Aaron Kominski era comparsa nella lista dei sospettati dalla polizia. L’ispettore dell’epoca e che si occupò delle indagini, Donald Swanson, di Kominski nei suoi appunti scrisse: “è un ebreo polacco, di basso ceto, che vive con la sua famiglia a Whitechapel, la zona […]
I Light Pillar o pilastri di luce, è un fenomeno naturale causato da “banchi” di cristalli di ghiaccio, essi creano una specie di nebbia che riflette le luci. proprio quest’ultime sono in grado di spostarsi e ciò può dipendere dal movimento della luce sul terreno (ad esempio i fari di un veicolo) o lo spostamento della nube di cristalli. I Questi pilastri di luce verticali, creano colonne luminose che si alzano dal Sole che sta sorgendo o tramontando, ma possono anche apparire sotto al Sole se ci si trova ad una elevata altitudine. Tale fenomeno è determinato da cristalli di ghiaccio, a forma di piastra e colonna esagonale. I cristalli piatti solitamente producono i pilastri quando il Sole è intorno ai 6° sull’orizzonte o sotto di essi; i cristalli a colonna esagonale creano un pilastro quando il Sole è anche a 20 gradi sopra l’orizzonte. I cristalli, mentre cadono o fluttuano nell’aria si orientano quasi orizzontalmente, e la larghezza e la visibilità di un pilastro solare dipende dall’allineamento dei cristalli. I pillar light si possono anche formarsi attorno alla Luna ed alle luci stradali o ad altre luci forti. I pilastri prodotti da luci provenienti da terra potrebbero apparire molto più alti di quelli associati al Sole o alla Luna. I raggi dei pilastri sono di vari colori e molto luminosi e permettono di essere visti in modo nitido. Nel Circolo Polare Artico i pillar sono stati avvistati da numerose persone che avrebbero visto queste strane luci colorate nel cielo. Galleria immagini light pillar Video pilastri di luce
Il lago di Natron si trova a nord della Tanzania in Africa ed è una distesa d’acqua salina conosciuto come “il lago della morte“, e la sua profondità è di appena tre metri. La sua particolarità è quella di trasformare gli animali che si immergono nelle sue acque in statue di pietra, la calcificazione avviene non appena si asciugano dopo l’immersione. Il lago viene definito “infernale” per questa sua caratteristica. Il suo colore caratteristico è un rosso scuro con striature biancastre superficiali dovuto al sodio, particolarità in cui si verificano intensi cicli di evaporazione. Quando l’acqua evapora il livello di salinità aumenta e i microrganismi cominciano rapidamente a prosperare. Questi microrganismi comprendono i cianobatteri, sono un tipo di alga blu-verdi che si sviluppano traendo nutrimento dalla luce solare. Questi batteri contengono un pigmento rosso vivo causa del colore del lago, che assume variazioni di colore in base alla profondità. Altri esseri viventi, oltre ai cianobatteri, che sembrano poter vivere in questo ambiente difficile sono l’Alcolapia latilabris, un pesce che si è adattato alle difficili condizioni, e il fenicottero, grazie ad uno strato protettivo corneo su zampe e becco: difatti l’acqua di questo lago è non solo imbevibile, ma estremamente corrosiva anche per la pelle. La temperatura dell’acqua può raggiungere i 60 gradi e inoltre la sua alcalinità è tra 9 e 11 pH. L’alcalinità è causata da un’elevata concentrazione di natron (da cui prende il nome il lago) che è un composto naturale costituito da carbonato di sodio e bicarbonato di sodio proveniente dalla cenere vulcanica che fuori esce dalla Grande Rift Valley e si riversa nel lago. La causa delle calcificazioni è appunto dovuta alla quantità di natron e il carbonato di sodio, che dagli egizi veniva utilizzato nella mummificazione, opera da “conservante”. Animali trasformati in statue Non si hanno spiegazioni […]