Sansone: storia dell’eroe dalla forza nei capelli

Oggi andremo a conoscere Sansone, l’eroe biblico la cui forza era misteriosamente legata ai suoi capelli. Si tratta di un altro dei vari personaggi divenuti famosi per la loro particolare potenza e robustezza.

Il suo nome deriva dalla lingua ebraica שִׁמְשׁוֹן (Shimshon), che significa “pieno di sole”. Infatti egli è un personaggio della Bibbia e la sua straordinaria potenza gli è stata donata da Dio.

La nascita di Sansone

La storia di Sansone ha inizio nel Libro dei Giudici, all’interno dell’Antico Testamento biblico, presentandocelo come un eroe israelita la cui straordinaria capacità di sconfiggere i Filistei risiedeva nella prodigiosa forza dei suoi capelli.

Proprio i Filistei avevano esercitato il loro dominio sul popolo israelita per un lungo periodo di quarant’anni. In questo contesto, Dio compì un atto di grazia nei confronti della madre di Sansone, fino ad allora sterile, concedendole la gioia della maternità.

Chi è Sansone

Sansone sarebbe stato colui che avrebbe salvato Israele, ma c’erano delle regole che la madre doveva rispettare assolutamente, altrimenti la sorte del figlio avrebbe potuto subire grandi conseguenze.

Queste regole erano:

  • non doveva bere bevande inebrianti
  • non mangiare cibi impuri
  • non tagliare mai i capelli a Sansone
  • far crescere il fanciullo puro e illibato

La storia di Sansone

La storia di Sansone prende una nuova svolta quando, ormai adulto, si reca nella città di Timna. Qui il suo sguardo si posa su una fanciulla filistea, figlia di una delle famiglie locali, e il suo cuore ne fu subito rapito. Tornò quindi dai suoi genitori per chiedere la loro benedizione e il permesso di prendere in moglie la giovane.

Durante il suo secondo viaggio verso Timna, un evento inaspettato lo attese: un leone feroce gli sbarrò la strada. Ma Sansone, investito dalla potenza dello spirito di Dio, si scagliò contro la belva e la uccise con la sola forza delle sue mani. Subito dopo, si presentò alla sua futura sposa per comunicarle la prossima celebrazione del loro matrimonio.

Rientrato nella sua dimora, Sansone scelse di non condividere con i genitori l’episodio del leone. Qualche tempo dopo, intraprese nuovamente il cammino verso Timna con l’intenzione di condurre la sua sposa a casa.

Prima di giungere a destinazione, un’insolita curiosità lo spinse a ispezionare la carcassa del leone che aveva precedentemente ucciso, scoprendo con meraviglia che era diventata un alveare. Senza esitazione, raccolse il miele, lo assaggiò e ne portò anche ai suoi genitori.

In occasione delle sue nozze, Sansone allestì una sontuosa festa che si protrasse per sette giorni, invitando trenta uomini filistei come ospiti d’onore. Per intrattenere la compagnia, propose loro un indovinello enigmatico: “Dal divoratore è uscito il cibo e dal forte è uscito il dolce”.

Stabilì una singolare scommessa: se i Filistei avessero risolto l’enigma prima del termine della festa, egli avrebbe donato loro trenta tuniche e trenta vesti raffinate; in caso contrario, sarebbero stati loro a dovergli offrire altrettanti preziosi indumenti.

L’inganno fatto a Sansone

Come fu ingannato Sansone? Incapaci di svelare l’arcano, i Filistei ricorsero alla minaccia, intimidendo la sposa di Sansone con la distruzione della sua casa e di altri beni se non avesse estorto al marito la soluzione dell’indovinello.

La donna, pressata da tale pericolo, insistette incessantemente con Sansone finché egli, stremato dalle sue suppliche, cedette e le confidò la risposta. Senza indugio, ella rivelò il segreto ai Filistei che, giunti all’ultimo giorno del banchetto, furono in grado di risolvere l’enigma.

La loro risposta giunse beffarda: “Che c’è di più dolce del miele? Che c’è di più forte del leone?“. Udendo queste parole, Sansone comprese il tradimento subito e, colmo d’ira, uccise trenta Filistei, spogliandoli delle loro vesti.

In preda alla collera, rinunciò anche alla sposa, la quale fu data in moglie al suo amico di nozze. Trascorso del tempo, Sansone decise di fare ritorno, ma scoprì che la sua ex-promessa era ormai sposata con l’uomo a cui l’aveva lasciata, alimentando in lui un profondo desiderio di vendetta..

La vendetta di Sansone

L’ira di Sansone divampò incontenibile, alimentando un desiderio di distruzione totale. Astutamente, catturò trecento volpi, legò alle loro code delle torce accese e le lanciò attraverso il villaggio, seminando il fuoco ovunque passassero.

Quando gli abitanti compresero che la radice di tale disastro risiedeva nella decisione del padre della sposa di darla in matrimonio a un altro uomo, la loro furia si riversò su di loro, condannando entrambi al rogo.

Ma la vicenda non si concluse qui: i Filistei riuscirono a catturare Sansone e lo legarono con due robuste corde nuove. Tuttavia, ancora una volta, lo spirito del Signore lo investì, e le funi si spezzarono come fili di lino bruciato.

Liberatosi, Sansone compì una strage, uccidendo mille uomini. Al termine di tale massacro, assetato, invocò l’aiuto divino, e Dio fece sgorgare acqua da una roccia. Da quel giorno, Sansone divenne Giudice d’Israele

La morte di Sansone

Il destino condusse il nostro eroe nella regione di Gaza, dove incontrò e si innamorò di una donna di nome Dalila. I Filistei, sempre astuti nel loro desiderio di sopraffarlo, corruppero Dalila con generosi doni d’argento, incaricandola di scoprire la fonte della straordinaria forza di Sansone.

Con subdole domande e insistenti interrogatori, ella cercò di carpire il segreto della sua potenza e della sua inspiegabile capacità di liberarsi da ogni catena. Ironia della sorte, la risposta che Dalila ottenne segnò inesorabilmente il tragico epilogo della vita di Sansone.

Dopo incessanti e logoranti insistenze, Sansone, infine, si arrese alle richieste di Dalila, rivelandole che la sua forza risiedeva nei suoi capelli e che il loro taglio lo avrebbe reso vulnerabile.

Prontamente, Dalila comunicò questa vitale informazione ai Filistei, i quali le ordinarono di approfittare del sonno di Sansone per radergli il capo, promettendole in cambio il compenso pattuito. Così, mentre l’eroe dormiva tra le sue braccia, Dalila compì l’atto fatale.

Senza la sua prodigiosa forza, Sansone fu facilmente sopraffatto dai Filistei, che lo catturarono, gli strapparono gli occhi, lo incatenarono e lo costrinsero a una penosa esistenza, macinando grano come uno schiavo e divenendo oggetto di scherno.

Ma in un estremo sussulto di libertà, Sansone si ritrovò tra le due maestose colonne del tempio e, con un’ultima, disperata preghiera al Signore, esclamò: “Morte a Sansone e a tutti i Filistei!”.

E Dio, nella sua infinita potenza, gli concesse un ultimo dono, restituendogli la forza di un tempo. Sansone scosse le colonne con tale violenza da far crollare l’intero tempio, seppellendo sotto le rovine i suoi nemici e trovando egli stesso la morte in quella catastrofe.

Video che raffigura Sansone e la forza nei suoi capelli

Sansone nella cinematografia

Citiamo qui di segui alcuni dei film che raffigurano la storia di Sansone:

  • Sansone e Dalila: film del 1949 – prodotto negli Stati Uniti
  • Sansone: film italiano del 1961
  • Ercole sfida Sansone: (1963) – film italiano
  • Ercole, Sansone, Maciste e Ursus gli invincibili: film italiano del 1964
  • Samson – La vera storia di Sansone: film americano del 2018
    (copertina articolo)

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Annina
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