Si scrive qual è o qual’è? Con o senza apostrofo?

Oggi mi sento particolarmente bacchettona (l‘Accademia della Crusca sarà fiera di me), perciò voglio sottoporti un quesito apparentemente banale: si scrive qual’è o qual è? Con o senza apostrofo?

Mentre pensi alla risposta giusta da dare, ti invito a riflettere sulla differenza tra elisione e troncamento, perché solo comprendendo questi concetti si riesce a capire perché è giusto o sbagliato mettere l’apostrofo.

Che cos’è l’elisione?

L’elisione è un fenomeno linguistico che comporta la caduta della vocale finale atona (cioè, non accentata) di una parola quando la parola successiva inizia per vocale. A livello grafico, questo fenomeno si indica con l’apostrofo (‘). Facciamo qualche esempio: un’anziana, un’attrice, bell’uomo, quell’auto, com’é, c’é. L’incontro tra la vocale finale di una parola e quella iniziale della parola immediatamente successiva, causa la perdita della prima. Vediamo ora il troncamento.

Che cos’è il troncamento?

Il troncamento, chiamato anche apocope, è un fenomeno linguistico che comporta la caduta della parte finale di una parola (una vocale, una consonante o un’intera sillaba). Facciamo qualche esempio: buon giorno, buon uomo, quel gatto, san Girolamo. A differenza dell’elisione, il troncamento può verificarsi sia quando la parola successiva inizia per vocale, sia quando inizia per consonante; e non richiede l’utilizzo dell’apostrofo (fatta qualche piccola eccezione, come po’ oppure va’, da’, e gli altri imperativi dei verbi dire, fare, stare).

Elisione o troncamento?

Ritorniamo al nostro quesito: si scrive qual’é oppure qual è? Se utilizzi un qualsiasi programma di scrittura, come sto facendo io in questo momento, la risposta è automatica perché sotto una delle due forme spunta una sottolineatura in rosso; però se dovessi svolgere un tema in classe, scrivere una lettera, o che so io, potresti fare affidamento solo alle tue competenze linguistiche. Perciò ragioniamo.

Abbiamo detto che l’elisione comporta la caduta della vocale finale di una parola, se la parola successiva inizia sempre per vocale. Dunque, dal momento che quale finisce per vocale ed è seguito dalla vocale accentata “e”, problema risolto: ci troviamo di fronte a un’elisione, perciò la grafia corretta è qual’è.

Ma siamo proprio sicuri che la forma qual derivi dall’elisione di quale? E se si trattasse piuttosto di un troncamento? Come facciamo a capirlo? Semplice: per capire se si tratta di un troncamento, dobbiamo vedere se la forma qual (senza apostrofo) si può trovare, da sola, in alcuni contesti, sia davanti a vocale sia davanti a consonante. E la risposta è sì.

L’esempio, presente in ogni manuale di linguistica, è:

Qual buon vento ti porta qui?

Qual, senza apostrofo, non perde la vocale finale per elisione – tant’é che la parola successiva, buon, inizia per consonante bensì per troncamento.

La stessa cosa non si può dire per espressioni come quant’é. Chiediti: quant può trovarsi da solo in alcuni contesti? La risposta è no. Altro esempio: com’è. Com può trovarsi da solo in alcune espressioni? La risposta è ancora negativa. Qual può trovarsi da solo? La risposta è sì.

Quindi, si scrive qual è o qual’è?

Dopo aver ragionato insieme, siamo giunti alla conclusione che qual è si deve scrivere senza apostrofo perché è un caso di troncamento e non di elisione. Ecco qual era la soluzione del quesito iniziale (sì, anche qual era si scrive senza apostrofo!).

Attenzione: qual’erano (un’espressione usata da pochissimi, ma grammaticalmente corretta) si scrive con l’apostrofo perché, in questo caso, qual deriva dal plurale quali (con elisione della vocale finale perché seguita da una parola iniziante per vocale).

Ora non puoi più avere dubbi. Perché buon anno si scrive senza apostrofo? Perché buon lo troviamo, da solo, anche davanti a parole che iniziano con consonante (buon giorno, buon calciatore), dunque è un caso di troncamento e non di elisione. Stesso discorso per qual è, perché qual (senza apostrofo) lo troviamo, da solo, anche prima di parole che iniziano con consonante: qual buon vento ti ha portato qui, caro lettore?

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Carotina Editor
Carotina Editor

Il mio mondo è costellato di letteratura, poesia e sogni. Per me la scrittura non è semplicemente un mezzo espressivo, ma qualcosa di più. Come quando si è stati da lungo tempo in apnea e allora si riemerge in superficie per ritornare a respirare. Ecco, la scrittura è quella forza che mi spinge in alto e mi libera i polmoni e la mente. Oltre a scrivere mi piace leggere: amo particolarmente i classici ottocenteschi francesi e russi. Ciò che scrivo ha la forma della prosa e la cadenza della poesia. Sarà che quando scrivo immagino un pianoforte che mi accompagni nella composizione. Sono attratta dalle cose semplici che ci circondano, a cui spesso si da poca importanza: il segreto è iniziare a osservare (e non semplicemente guardare) e auscultare (e non semplicemente ascoltare) ciò che ci sta attorno: osservare implica un'analisi interpretativa e auscultare implica un coinvolgimento emotivo-intellettuale; una specie di fusione panica con la natura e l'Universo. Per comprendere meglio il mondo bisogna innanzitutto riuscire a sentirsi parte di esso.
Dimenticavo: mi piace perdermi in voli pindarici talmente complessi che spesso persino io fatico a starmi dietro. Un flusso di pensieri che scorre come un fiume in piena.

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4 commenti

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  1. Articolo che ripete a pappagallo la pseudoregoletta fantagrammatica, ma che non regge!

    “Qual buon vento” è una frase cristallizzata. Non fa testo.
    “Quale vento spira oggi?” “Maestrale!”. Come si vede in italiano produttivamente si usa solo “quale”.

    Se “quale è” è corretto, ne segue la correttezza di “qual’è”. L’elisione è regola generale dell’italiano.

    I grammatici che prescrivono il “qual è” sono costretti ad affermare che “quale è” sia errato, ma questo non è più vero (se mai lo è stato).

    • 1) La grammatica italiana è una cosa; la sociolinguistica è un’altra cosa. La grammatica italiana ti impone di scrivere “qual è” senza apostrofo perché “qual” è una forma autonoma; la sociolinguistica ti “tiene buona” la forma con l’apostrofo perché è di uso più comune (ma grammaticalmente è scorretta perché non si tratta di elisione, bensì di troncamento). Anche se, tra parentesi, nei miei libri di linguistica pure i sociolinguisti rifiutano l’apostrofo.

      2) La sociolinguistica ti tiene buone anche forme come “a me mi piace” e “a lei gli piace”. Il fatto che l’uso che fanno i parlanti di una lingua possa portare ad accettare per buone forme grammaticalmente scorrette (o, quantomeno, a non considerarle errori da “penna rossa”) non significa che siano corrette da un punto di vista squisitamente grammaticale.

      3) L’errore che commettete è pensare che grammatica e (socio)linguistica siano la stessa cosa. Si tratta di discipline diverse. Una frase come “scendi il cane” è corretta da un punto di vista linguistico, non grammaticale.

      4)In questo articolo ho parlato di grammatica pura, non di linguistica. Ti ringrazio per il commento: mi hai ispirata a scrivere un futuro articolo di sociolinguistica.

      Saluti.