Binotto: “Lascio un’azienda che amo”
L’addio di Mattia non ci ha colti impreparati, le anticipazioni dei media sono state molte. L’ingegnere Reggiano ha salutato in maniera molto discreta Marannello, ne riporto degli stralci.
“Con il dispiacere che ciò comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con Ferrari.[…] Lascio una squadra unita e in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, per ottenere i massimi traguardi, alla quale auguro ogni bene per il futuro. Credo sia giusto compiere questo passo, per quanto sia stata per me una decisione difficile. Ringrazio tutte le persone della Gestione Sportiva che hanno condiviso con me questo percorso, fatto di difficoltà ma anche di grandi soddisfazioni”.
Credo che queste parole rispecchino lo stile di Binotto, credo siano molto discrete e prive di riferimenti ad attriti interni. Infatti, ricordo che Binotto ha scelto di dimettersi e non è stato licenziato. Il TP emerito ha percepito l’assenza da parte dei vertici di Ferrari, ed è difficile sopravvivere in un mondo come la F1 senza qualcuno che ti copra le spalle (ricordiamo il duo Todt e Montezemolo).
Binotto libero: Ferrari in cattive acque
Ormai da un anno a questa parte il male di Ferrari sembrava essere proprio Binotto. Ora che ha rassegnato le dimissioni è pasato dalla macchietta di Crozza, il TP incompetente, l’incapace a un grande leader, carismatico, un ingegnere eccellente.
Tutti ora rimpiangono il nativo di Losanna, come mai? Semplice, la presidenza Ferrari non ha avuto la lungimiranza di guardarsi intorno mentre Binotto era già in aria di dimissioni; forse speravano di tenere ancora Mattia?
Ora girano nomi altisonanti, come anticipato, tra cui: Brawn, Seidl, Hambery, Tost, Coletta, Suppo, Vasseur, Giacobazzi, Kaltenborn e Mekies. Elkan sembra essere talmente disperato che ha ben pensato di chiedere la disponibilità di niente popo di meno che… (suspance…) Christian Horner! Già, proprio al diretto avversario di Ferrari, che dire? Le azioni parlano da sè. La difficoltà è quella di dare una certa continuità con l’era Binotto, forse la figura più opportuna è l’attuale direttore sportivo di Ferrari, Laurent Mekies.
Binotto ora è un ingegnere libero e gli avversari, che non sono italiani impazienti, gli fanno la corte. Sembra che due scuderie lo stiano corteggiando. La prima è l’Alpine. La seconda è un top team e si tratta di Mercedes. Il caro Toto sembra voler farsi da parte, occupandosi della dimensione finanziaria, quindi Binotto sarebbe il suo erede.
Se Mercedes punta ad avere Binotto, viene il leggero dubbio che la dirigenza Ferrari abbia sbagliato qualcosa e che non ha saputo riconoscere la strada vincente.
Montezemolo: “La situazione in cui verte la Ferrari mi preoccupa”
Che siano i vertici il problema di Ferrari non è mai stata una novità, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ora è evidente a tutti la fragilità della presidenza di Maranello e di questo ce ne parla chi della presidenza della Rossa ne sa qualcosa.
Infatti, Luca Cordero di Montezemolo ha dichiarato:
“La situazione in cui verte la Ferrari mi dispiace e mi preoccupa anche. In momenti difficili come questo, dato che voglio davvero bene alla Ferrari, preferisco non fare commenti.” ha poi proseguito dicendo “mi permetto di constatare soltanto che talvolta mi dà l’idea di essere un’azienda dove mancano leader e leadership”.
Parole piuttosto chiare quelle dell’ex presidente Ferrari, ma a chi si riferirà? Sarà forse una frecciatina al presidente Elkan e all’AD Vigna? Nel dubbio: Ridateci Montezemolo!