Era da molto che non scrivevo di strani eventi paranormali, alieni o complotti, ed oggi andremo a vedere cosa si cela dietro il mistero della reincarnazione di Dorthy Eady, il caso di una donna vissuta nel secolo scorso e che ha destato non poca curiosità, ispirando diversi articoli e dibattiti con la sua storia incredibile.
Anche io appena ne sono venuto a conoscenza, non ho potuto resistere alla tentazione di saperne di più in merito, cercando ulteriori informazioni su questa surreale vicenda, trattata recentemente anche da alcuni documentari andati in onda sulle reti televisive italiane.
La convinzione di aver vissuto durante l’era faraonica la rese popolare nella città di Abidos tra nativi, turisti e professionisti dell’Egittologia e molti gruppi di ricercatori, che tuttora, con la sua storia, fa sollevare questioni legate alla reincarnazione e alla possibilità di vite passate in tutto il mondo.
La storia di Dorothy Eady
Dorothy Louise Eady nasce il 6 gennaio del 1904 a Blackheath, in Inghilterra, alla tenera età di tre anni ebbe un incidente che segnò per sempre la sua vita: nel 1907 cadde da una rampa di scale, che le causò probilmente un trauma cerebrale tanto da perdere i sensi e sembrare morta, proprio come il dottore che venne in suo soccorso e ne dichiarò il decesso prima di tornare nella stanza pochi minuti dopo, e trovare con grande sorpresa la bambina sveglia mentre giocava.
L’apparente morte ed i primi strani eventi
Dopo l’incidente Dorothy cominciò a sognare ripetutamente un grande edificio con colonne circondato da giardini; spesso scoppiava a piangere non riconoscendo più la casa attuale dove era nata e cresciuta, confessando nel pianto, che sarebbe voluta tornare a casa.
Qualche mese più tardi, nel 1908, i suoi genitori la portarono al British Museum e giunti nella sezione egizia, la piccola di soli quattro anni cominciò a baciare freneticamente i piedi di tutte le statue della sala, soffermandosi in fine davanti la teca di vetro di una mummia dalla quale non riusciva più a staccarsi, e quando era giunto il momento di andare via, si aggrappò ad essa gridando: “Lasciatemi qui, questo è il mio popolo, la mia gente“.
Successivamente, incuriosito e alquanto scioccato dall’accaduto, suo padre le comprò un’enciclopedia per bambini che aveva immagini e illustrazioni di manufatti egiziani.
Gli studi Extra-scolastici di Dorothy
All’età di circa sette anni vide su di una rivista la fotografia del tempio di Abydos e disse a suo padre che quella era la sua casa aggiungendo: “Ma perché è tutto rotto? E dov’è il giardino? ”. La cosa sbalorditiva fu che nel progetto del tempio non vi erano affatto giardini dei quali la bimba domandava.
Nell’arco degli anni adolescenziali, il fascino e l’attaccamento che Dorothy dimostrava per l’Egitto portò Sir Ernest Wallies Budge a prenderla come discepola, studiando e insegnandole a comprendere i geroglifici quando non era a scuola.
In età adulta aggiunge ai suoi studi extra-scolastici un corso di disegno presso la scuola d’arte di Plymouth, dove successivamente inizia a frequentare anche dei gruppi di interesse riguardo la reincarnazione. Una di queste confraternite si fece coinvolgere particolarmente dal caso della ragazza, cercando di capire il perché di quei sogni costanti legati all’Egitto e ne dedusse che in realtà sarebbe morta nell’incidente adolescenziale e l’anima di qualcun altro si era impossessata del suo corpo.
Intorno i 27 anni si trasferì a Londra, trovando lavoro come articolista presso una rivista egiziana a difesa dell’emancipazione dell’Egitto dalla Gran Bretagna. Durante questo periodo conobbe Abdel Maguib, con il quale si sposò e trasferì nel 1933 in Egitto, dove rimase incinta del suo unico figlio che chiamò Seti, che ne valse il nome “Omm Seti” (La madre di Seti). a seguito dell’usanza Egiziana di non riferirsi alle donne con il loro nome.
Bentreshyt la sacerdotessa egizia reincarnata
Dopo il trasferimento, una volta in Egitto, Dorothy si alzava improvvisamente nel cuore della notte iniziando a scrivere geroglifici dettati da Hor-Ra, che secondo lei era uno spirito di un non-morto; da essi ha raccolto circa 70 pagine nelle quali svela la sua vera identità, quella di una donna morta in giovane età di nome Bentreshyt e vissuta nel antico Egitto.
Sempre secondo quanto narrato negli scritti, Bentreshyt era figlia di una povera coppia che mandò la stessa ad addestrarsi come sacerdotessa nel tempio di Seti I, costruito nell’attuale zona di Kom el-Sultan.
Nel periodo in cui Dorothy era presa nel compilare queste pagine, iniziarono anche i problemi famigliari: il marito voleva vivere nel Cairo moderno, mentre lei in periferia per rimanere il più possibile vicino le piramidi, poi con il suocero, che viveva con la coppia, fuggì di casa sostenendo di aver visto un “faraone” nel letto di sua nuora.
Alla fine il marito andrà a vivere in Iraq per motivi di lavoro, mentre lei e suo figlio si trasferirono in una tenda vicino le piramidi, impegnata come funzionario per il Dipartimento delle antichità Egiziane e lavorando come assistente degli archeologi Selim Hasan e Ahmed Fakhry .
Durante tutto questo periodo non ebbe mai visitato Abidos, il luogo che aveva indentificato come la sua casa natia durante l’infanzia e su questo fatto disse:
Ha lavorato per vent’anni come assistente degli archeologi egiziani Selim Hasan e Ahmed Fakhry, che lavoravano a Giza e Dashur, ma durante questo periodo non aveva mai visitato Abidos, un luogo che aveva identificato come la sua casa durante l’infanzia (JAMES; THORPE, 2001). Su questo argomento ha registrato:
Nella vita c’era un solo obiettivo: andare ad Abidos, vivere ad Abidos ed essere sepolti ad Abidos. Tuttavia qualcosa al di fuori della mia portata mi aveva persino impedito di visitare Abidos
Finalmente ad Abidos
Solamente nel 1952, a quasi 50 anni, finalmente conobbe Abido (o Abidos), un villaggio povero, dove non arrivava ne elettricità ne acqua corrente, e quando arrivò si diresse immediatamente al tempio di Seti I, dove passò l’intera prima notte pregando le divinità egizie.
Qualche anno più tardi nel 1956 riuscì ad ottenere la residenza e un lavoro presso il tempio per registrare i rilievi delle mura lasciando il figlio trasferirsi con il padre in Kuwait. Durante la sua permanenza riusci finalmente a scoprire i resti di un giardino nel sito grazie ad un team di archeologi che lavora con lei.
Video documentario: Egypt – Quest for Eternity
Poco prima di morire nel 21 aprile 1981, Omm Seti ha ricevuto la troupe cinematografica del National Geographic nella sua residenza di Abidos.
Conclusione
Una storia incredibile forse anche troppo per scettici del paranormale, ma sta di fatto che, vera o falsa che sia, la sua testimonianza rimarrà nella storia. Voi cosa ne pensate, credete nella reincarnazione di un sacerdotessa dell’antico Egitto in una bambina?