Sono anni che girano voci, bufale e fake news riguardo la Barilla e circa la provenienza del grano della pasta, facendo perdere al marchio l’affidabilità ottenuta in più di secolo di storia.
Quanto di tutto ciò è vero?
Spinto dalla curiosità, essendo un “pastaiolo doc”, sono andato ad indagare scrutando laddove la verità e la bufala si incontrano, cercando di fare chiarezza su quanto ruota intorno alla Barilla e finendo per contattare direttamente chi si occupa del servizio clienti dell’azienda per avere un riscontro e risposta circa i suoi prodotti distribuiti in italia.
La Barilla è al 100% italiana?
Alcuni siti e pagine social, continuano imperterrite a pubblicare post circa la dubbia nazionalità e origine della Barilla ed i suoi prodotti, ma su questo primo punto voglio togliere subito tutti i sospetti, in quanto, essa è stata Fondata da Pietro Barilla il 28 settembre 1877 a Parma, e da oltre 140 anni, la famiglia Barilla ne è alla guida con Claudio Colzaniil come amministratore delegato dal 2012.
Il dubbio circa la “nazionalità” è sorto probabilmente quando i fratelli Barilla, nel 1971, per divergenze strategiche, cedettero il pacchetto della maggioranza alla multinazionale statunitense W. R. Grace and Company.
8 anni più tardi, nel ’79, è stata riacquistata la maggioranza dell’azienda da Pietro Barilla, che ha dato inizio ad un processo di espansione internazionale divenendo un importante marchio italiano che tuttora la famiglia Barilla ne è proprietario.
Il processo di espansione, inoltre, ha portato l’edificazione di nuovi pastifici all’estero, oltre quelli già presenti in itlaia, come quelo di: Bolu (Turchia), Ames (Iowa-USA), Avon (New York – USA) e San Luis Potosí (Messico). Questo ha spinto diversi nazionalisti a gridare allo scandalo ancora una volta, fumentando le varie fake news.
Però non tutto è falso di ciò che si legge, infatti, di seguito vedrete la conferma che la “vecchia” Barilla importava una percentuale del grano con cui produceva e distribuiva la pasta in italia. Ma solo loro lo facevano? Io credo proprio di no!
Da dove proviene il grano barilla?
Dopo essermi un po’ documentato in generale, sono andato direttamente a chiedere, per mezzo social, a chi si occupa del servizio clienti della Barilla, domandando in merito la provenienza de grano con cui si produce la pasta; ecco la risposta:
“Ciao Andrea, grazie per averci scritto e per averci chiesto delucidazioni Per la nostra pasta utilizzavamo semole che provenivano per circa il 70% da grani italiani, mentre per la restante parte ci approvvigionavamo da Stati Uniti, Francia e Australia: i grani esteri acquistati, così come quelli italiani, sono attentamente selezionati con standard qualitativi eccellenti e con una completa garanzia di sicurezza alimentare.
Oggi però abbiamo raggiunto un’importante tappa in un percorso lungo più di 30 anni, in cui abbiamo lavorato per aumentare la qualità del grano duro italiano e valorizzare la filiera nazionale, perché è giusto che chi produce sia il più vicino possibile a chi coltiva.
Ecco perché oggi siamo in grado di produrre la Nuova Barilla con grani selezionati 100% italiani: il risultato di un percorso fatto di investimenti, ricerca sulle sementi, collaborazioni con istituzioni e cooperative agricole nazionali.“
In fine mi è stato indicato un link del Manifesto, per avere tutte le altre risposte circa la produzione e qualità della pasta Barilla ad oggi. Andiamo a vederle insieme.
In quale parte d’italia viene coltivato il grano Barilla?
Compriamo grano duro coltivato in 13 regioni italiane: da nord a sud. E il clima è una variabile importante per le nostre scelte.
Lavoriamo da più di 30 anni insieme ai nostri partner, per sviluppare le migliori varietà di grano duro più adatte a ciascun territorio e alle sue condizioni climatiche. Utilizzando anche 4 varietà di grano duro esclusive che si adattano alle diverse zone d’Italia.
In che modo la Barilla sostiene le attività locali?
Ci siamo impegnati ad acquistare il grano – sempre nel rispetto dei nostri standard di qualità – il più vicino possibile ai nostri mulini e pastifici.
È il nostro modo per sostenere le comunità locali e favorire una filiera (ovvero l’insieme delle singole fasi di lavorazione) più corta, più integrata e con un controllo molto accurato di tutte le fasi.
Ottimizzare la produzione, Sprechi e impatto sull’ambiente
Gran parte dei nostri partner agricoli sono riusciti a ridurre i costi dell’11% e le emissioni di gas serra fra l’8% e il 16%.
Il grano utilizzato per pasta Barilla è di qualità e sicuro per la salute?
Il grano che acquistiamo viene attentamente selezionato e sottoposto ai controlli rigorosi della nostra azienda. Ci avvaliamo inoltre di laboratori indipendenti e siamo sottoposti a verifiche previste dagli organi di controllo, lungo tutte le varie fasi della produzione.
Ai nostri fornitori di grano duro chiediamo il rispetto delle buone pratiche agronomiche per la coltivazione e lo stoccaggio, seguendo regole anche più restrittive rispetto alla regolamentazione in vigore.
– Inoltre da quanto si può leggere sul manifesto, sembra che l’azienda Barilla dia degli incentivi ai propri partner in base alla qualità del grano –
Barilla utilizza materie prime geneticamente modificate?
Garantiamo il Non utilizzo di organismi geneticamente modificati nei nostri prodotti. Gli agricoltori che lavorano per Barilla non utilizzano semi e piante che provengono da OGM e sottoponiamo i nostri fornitori a controlli periodici.
Per tutto il resto potete andare voi stessi a dare una sbirciata sul sito barilla.com
Dubbi sul manifesto
Sembra tutto bello e rassicurante ma una cosa non mi quadra riguardo questo manifesto. In esso non viene citato che …UNA PASTA ANCORA PIÙ BUONA FATTA CON GRANO 100% ITALIANO, si applica soltanto ai formati di pasta “classici” (circa 50 formati) e come diverse fonti sul web precisano.
Quindi i restanti prodotti rimangono con il 30% di grano importato?
Ancora non mi è chiaro tutto ciò ma, in ogni caso, quando il prodotto rimane nel bel paese è specificato sulla scatola e sembra essere quella di colore azzurro chiaro, rispetto le vecchie scatole blu scure.
Conclusione
Possiamo dire che ad oggi la pasta Barilla si è data da fare, impegnandosi per riemergere fra i prodotti di qualità con marchio italiano, dopo aver vissuto un periodo di poca trasparenza riguardo le varie fasi con cui arrivava il prodotto sulle nostre tavole.
Io sono amante della pasta ed é vero che anche la Barilla ha fatto progressi per la salute