Vi è mai capitato di guardare un music video J-pop o K-pop e sognare di far parte di questo vasto mondo colorato, fatto di musica, sorrisi, fama e fans?
Ecco, questo era (ed è tutt’ora) uno dei sogni nel cassetto della sottoscritta. Ma fermiamoci un attimo: è davvero tutto rosa e fiori come ci viene mostrato sul web o nascondono lati oscuri?
In questo articolo approfondiremo un po’ il lato oscuro del mondo Idol (sia dal punto di vista coreano che giapponese).
L’inizio in questo mondo
Per chi ha iniziato a seguire gli idol negli anni 2000 avrà notato come i nostri amati beniamini siano dei piccoli anatroccoli in fase di sviluppo (totalmente normale se prendiamo ragazzini pre-adolescenziali e adolescenti in fase di sviluppo). Da guardare anche alcuni degli artisti della SM ent. (TVXQ! e Super Junior)

Per me erano gli anni d´oro questi…

Ma tornando a noi, come possiamo aver visto e notato, i nostri amati Idol erano ragazzi comuni senza il minimo aiuto del mondo del bisturi estetico.
Ora vi chiederete “ma era tutto bello all’ora”. Bhe, anche ora penso…
Ma comunque sia, prima di arrivare ad un TVXQ! o un Super Junior, questi ragazzi hanno affrontato molti mesi, per non parlare di anni di allenamento (training) e, per chi non era coreano; anche lezioni notturne per imparare la lingua. Sebbene fossero solo tutti ragazzini, avevano già un peso enorme sulle spalle, con la speranza di poter debuttare e riuscire finalmente ad avere un contratto firmato sotto l´agenzia voluta.
Ma allora dov`è il lato oscuro del mondo Idol?

Prendiamo, ad esempio, i gruppi femminili. Prima di diventare un gruppo, ogni singolo membro è sottoposto ad un rigido training che consiste nel ballo, recitazione, canto e anche come modella (la SM puntava sempre su tutti questi ambiti, non per questo venne anche chiamata “Star Museum”, anche se tempi addietro le iniziali erano per SooMan, il padre fondatore dell´agenzia).
Si partiva anche con diete ristrette, per poter esser “perfette” per il ballo, ma come detto, all´epoca contava parecchio il talento che l´aspetto esteriore e si puntava parecchio sullo sviluppare i primi.
Più tempo prendevi ad allenarti (anche di notte e giorno), più miglioravi, più probabilità avevi di debuttare. Cosa ancora più assurda, era il non poter tenere un cellulare per comunicare con amici o altre persone e molti di loro non riuscivano a vedere le famiglie per lunghi periodi.
La privacy? Un lusso.
No, non sto scherzando. Per quanto molti cerchino di condurre una vita tranquilla e con, magari, la propria famiglia, non sempre è possibile. Paparazzi, giornalisti e persino le “saesaeng” (non le chiamerò per nulla fans, perché il loro modo di fare e pensare è fuori dall`umano pensiero) trovano sempre il modo per scavare nella vita degli idol e scovare qualche pettegolezzo.
In casi ancora più gravi, si arrivava persino a veri e propri stalking.
La pressione costante e la mancanza di spazi personali possono avere conseguenze negative sulla salute mentale degli artisti. Negli ultimi anni, ci sono stati alcuni miglioramenti, con agenzie e fan più consapevoli dei diritti alla privacy e al benessere psicologico degli idol, ma la strada è ancora lunga.
Si basti anche pensare che, non da molto, è possibile che un idol soprattutto in Corea del Sud, abbia la possibilità di avere un suo account instagram personale, mentre tempi addietro era l`agenzia a controllare il tutto.
Cosa ancora più allucinante, il non poter avere una relazione sentimentale con qualcuno. Purtroppo è una notizia che mette tristezza, ma per molti fans è un atroce tradimento nei loro confronti, tanto che, come è accaduto a Chen membro della boy band EXO, molti fans coreani hanno richiesto alla SM di buttarlo fuori dal gruppo. (ALLUCINANTE!)
Dietro le luci del palco: la depressione degli idol K-pop e J-pop
Essere un idol non è solo un lavoro, è uno stile di vita totalizzante. Fin da adolescenti, molti ragazzi e ragazze vengono selezionati per entrare in agenzie che li sottopongono a anni di allenamento estenuante, con orari serrati, rigidi controlli sull’aspetto fisico e una continua competizione interna. La vita privata scompare: niente relazioni, poco tempo per la famiglia, pochissimi momenti liberi.
A questo si aggiunge la pressione mediatica. Gli idol devono sempre apparire perfetti, senza cedimenti o errori, anche a costo di reprimere emozioni, stanchezza e disagio. Basta una parola sbagliata o un gesto mal interpretato per scatenare polemiche e ondate di odio online. I social, invece di essere uno sfogo, diventano spesso una trappola.
Negli ultimi anni, la tragica morte di alcuni idol coreani come Jonghyun (SHINee), Sulli e Goo Hara ha scosso profondamente il pubblico e messo in evidenza quanto sia urgente parlare di salute mentale nel mondo dello spettacolo asiatico. Anche in Giappone molti idol J-pop affrontano le stesse dinamiche tossiche, spesso nel silenzio.

Alcune agenzie stanno iniziando a offrire supporto psicologico agli artisti, e sempre più fan si mostrano comprensivi verso chi vuole prendersi una pausa per tali motivi. Tuttavia, il cammino è ancora lungo.
Questi sono solo alcuni punti del lato oscuro del mondo idol, ma per lo meno i punti fondamentali son questi.
Se anche voi volete dire la vostra a riguardo, prego, i commenti sono aperti e vi attendo al prossimo articolo!








bell’articolo.. si ne avevo sentito parlare del mondo oscuro degli Idol.. mamma mia che peccato però.. essere quasi un robot vivente… e non avere tempo per te stesso e sempre essere ai passi del tempo e perfetto…