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Pentedattilo (RC) – Il Borgo fantasma 4.7 (7)

Nella sanguinaria leggenda, secondo la quale il Barone Bernardino per motivi amorosi sterminò l’intera famiglia della bella Antonietta promessa al figlio del Viceré di Napoli, le cinque punte della mano di Pentedattilo rappresentano la mano insanguinata di Lorenzo degli Alberti che tornerà a vendicarsi. Lorenzo, infatti, aveva acconsentito al matrimonio tra la sorella, Antonietta, e il figlio del Viceré; Il Barone, accecato dalla follia, lo pugnalò 18 volte, proprio in seguito alla prima di queste l’Alberti poggiò la mano insanguinata sul muro del castello, simbolo dello sterminio. Oggi le anime dei malcapitati, si dice vaghino ancora nel borgo. Proprio questa leggenda, ci ha portato,in una caldissima giornata d’estate, alla visita dello straordinario borgo di Pentedattilo (Reggio Calabria), incastonato nella “mano del Diavolo”, una formazione rocciosa che sembra formare le cinque dita di una mano. Il borgo, per molto tempo quasi completamente abbandonato, insieme alle sue leggende fa parte dei borghi fantasma d’Italia. Oggi tuttavia, grazie ad un ingente turismo proveniente anche da fuori dei confini nazionali, il paese si sta rianimando. Pentedattilo città fantasma E’ stato suggestivo passeggiare nei suoi vicoli e fra le antiche case di pietra, a tratti quasi inquietante, per via del nostro cammino solitario e per gli strani rumori creati dal vento fra le formazioni rocciose e le vecchie persiane delle abitazioni abbandonate. Tuttavia si nota la progressiva riqualificazione che Pentedattilo sta vivendo grazie alle opere di restauro delle stradine e degli edifici. Inoltre dall’alto del paese si gode di una veduta panoramica dell’azzurro Mar Ionio e delle superbe campagne circostanti. Piccolo consiglio, se andate in estate portate con voi acqua fresca, poichè non ci sono punti di ristoro e l’acqua delle fontanelle presenti in loco ancora non è potabile. Incantevole anche la Chiesa di San Pietro e Paolo con il suo campanile. Purtroppo il castello feudale, causa i […]

MUSABA – Museo Santa Barbara (RC) 4.7 (3)

Piccolo passo indietro…MUSABA – Museo Santa Barbara (RC) è una perla poco conosciuta nel cuore della Calabria dove ci siamo ritrovati quasi per caso quest’estate percorrendo la superstrada Ionio-Tirreno. Un tripudio di colori immersi nella natura, fuori dal centro abitato di Mammola (RC), ha attirato la nostra attenzione e ci ha regalato una mattinata inaspettata. Il museo all’aperto è nato dall’idea di una coppia di artisti Nik Spatari e Hiske Maas che insieme ad altri contemporanei ha tratto da un paesaggio aspro e da ruderi antichi  opere straordinarie e originali, creando un laboratorio per chiunque decidesse di imparare o migliorare le proprie qualità artistiche. Cappella di Santa Barbara Non semplicissimo da raggiungere, ma, stando attenti alle indicazioni colorate lungo la strada, si giunge all’ingresso del museo dove è indicato un numero di telefono da contattare per capire dove è posizionata la biglietteria. Da qui si viene accompagnati da una guida solo nella parte iniziale del percorso dove è situata la Chiesa restaurata nella quale l’artista ha riprodotto in maniera intima ed esplicita “Il Sogno di Giacobbe”. Opera tridimensionale di 240 mt che copre l’intera Cappella. Sculture Scendendo lungo il tragitto si incontrano le opere più disparate, astratte e colorate che ci hanno affascinato e divertito, punti in più per gli amanti della fotografia. Importante è essere molto attenti ad ogni piccolo particolare da cui si è circondati e che altrimenti potrebbe sfuggire… Il laboratorio d’arte Nella parte conclusiva della passeggiata si giunge al laboratorio, dove gli artisti seguiti dal maestro Spatari creano nuove opere con la possibilità di essere ospitati durante gli stage nella parte residenziale. Qui abbiamo ammirato mosaici di raffinata manifattura raffiguranti varie tematiche…meravigliosi! Dulcis in fundo, per chi lo desidera è possibile richiedere una tela con il proprio ritratto eseguita dal maestro. La vita è arte, l’arte è vita Stefano maiu