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Isolato nellʼintestino un batterio contro la sclerosi multipla 4 (2)

Una nuova ricerca ha isolato nell’intestino di un batterio contro la sclerosi multipla. Un team di ricercatori americani ha individuato un batterio della flora intestinale che potrebbe essere usato come terapia contro la sclerosi multipla. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Cell Reports. Questa nuova scoperta compie un passo in avanti verso un nuovo tipo di farmaci i “farma-microbi”, ossia l’utilizzo di microrganismi come farmaci per curare diverse malattie, dall’autismo al Parkinson. Il Potere curante dei batteri Lo studio, condotto dall’Università dell’Iowa in collaborazione con la Mayo Clinic, si basa sull’aumento delle evidenze sperimentali che hanno dimostrato che i batteri intestinali hanno un ruolo fondamentale sia per la salute del tratto digerente sia per tutto il resto dell’organismo. Il batterio oggetto dello studio è stato nominato “Prevotella histicola”: gli studiosi lo hanno isolato da campioni di flora intestinale estratti dall’intestino di soggetti sani e iniettato per via orale ai topi affetti da sclerosi multipla. L’autore del lavoro, Joseph Murray gastroenterologo della Mayo Clinic, ha dichiarato: “Stiamo entrando in una nuova era della medicina in cui useremo i microbi come farmaci per curare varie patologie”, ed ha anche coniato il termine “brug” (dall’unione di “bug”, microbo, e “drug”, farmaco). Questa “terapia” ha migliorato il quadro neurologico dei topini malati è migliorato ed inoltre si è ridotto nel loro organismo l’ammasso di due proteine che sono causa di infiammazione ed è aumentata la concentrazione di cellule che ostacolano la malattia: cellule immunitarie come i linfociti T, ossia un gruppo di globuli bianchi specializzati nel riconoscimento delle sostanze estranee all’organismo (antigeni), cellule dendritiche, specializzate a loro volta nella cattura degli antigeni e un tipo di macrofago, la cui funzione principale è quella di fagocitare le particelle estranee. Gli scienziati credono che questi risultati un punto da cui partire per analizzare il batterio […]

Creato il primo embrione “ibrido” uomo-maiale: speranza per i trapianti 4 (1)

Negli Stati Uniti, in California, il Salk Institute of Biological Studies ha condotto un nuovo progetto di ricerca, guidato dal biologo Juan Carlos Izpisua Belmonte. La ricerca riguarda la creazione di un embrione uomo-maiale (“ibrido”), nato dall’unione di cellule staminali umane e suine,. Il lavoro è stato descritto sulla rivista Cell lo scorso 26 gennaio. Il progetto mira alla possibile produzione di organi trapiantabili. Questa ricerca, risultato di un lungo lavoro di ingegneria genetica, ha come scopo la possibilità futura di avere a disposizione un maggior numero di organi umani funzionanti. Una speranza per le tante persone in attesa di un trapianto di organi. Il ricercatore Juan Carlos Izpisua Belmonte, professore del Salk Institute of Biological Studies, ha affermato che: “Questo è un importantissimo primo passo verso lo sviluppo di embrioni animali con organi umani funzionanti”. Ha inoltre aggiunto che :“L’obiettivo finale è produrre tessuti o organi funzionanti trapiantabili, ma siamo ancora lontani”. Perché è stato creato il primo embrione “ibrido” uomo-maiale Gli scienziati americani hanno introdotto le cellule staminali umane nell’embrione di un maiale e poi impiantato nell’utero di una scrofa per farlo crescere. Un mese dopo (primo trimestre di una gravidanza di un maiale) le cellule staminali si erano sviluppate formando organi e tessuti tra cui cuore, fegato e neuroni. L’embrione detto “chimera” era inefficiente e gli scienziati lo hanno eliminato per evitare che nascesse un misto umano-animale. Sono stati esaminati 1.500 embrioni di maiale. La ricerca è durata quattro anni: un periodo molto lungo per via della complessità degli esperimenti. Quindi attualmente l’esperimento è solo riuscito a metà. Il ricercatore della Stanford University in California, Hiromitsu Nakauchi, ha dichiarato che ciò che è stato ottenuto dalla ricerca è un primo passo. Il numero di cellule umane all’interno degli ibridi maiale-uomo, però, sono ancora troppo basse e quindi […]

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