L’8 giugno 2013 è stata inaugurata la nuova Stazione Mediopadana, firmata Santiago Calatrava.
Situata a 4 km a nord dal centro di Reggio Emilia, parallelamente al tracciato autostradale, rappresenta l’unica fermata dell’Alta Velocità sulla tratta Milano – Bologna.
La nuova stazione, dalla forma ondulatoria, è stata pensata per servire un bacino potenziale di circa 2 milioni di persone: da Piacenza a Modena e le province di Cremona e Mantova.
Progetto architettonico della Stazione Mediopadana
La progettazione si è sviluppata rispettando i vincoli inderogabili del viadotto di Mancasale, del tracciato dei binari della linea ferroviaria AV e delle linea regionale Reggio-Guastalla e della lunghezza minima di 450 metri delle banchine AV.
L’opera presenta una copertura realizzata dalla ripetizione di un modulo di lunghezza pari a 25,40 metri composto, a sua volta, dalla successione di 13 differenti portali in acciaio. Ogni modulo è, poi, formato da 25 portali distanziati tra loro di circa 1 m che si alternano creando uno spettacolare gioco di onde in movimento.
Il susseguirsi dei portici da luogo ad un effetto visivo simile ad una serie di onde disposte in maniera diversa sui due lati: una facciata “più mossa” costituita da due onde sovrapposte in modo simmetrico che si affaccia sull’ingresso della stazione e una “più calma” con onde parallele che si estende lungo il tracciato autostradale.
La pianta della Stazione Mediopadana si sviluppa su due livelli per una lunghezza di 483 m e una larghezza massima di 50 m. Il primo piano è all’altezza delle banchine, quindi della fermata dei treni mentre quello inferiore è quello di accesso alla stazione dove è possibile trovare vari servizi, depositi, attività commerciali e l’interscambio con la linea regionale.
Quattro scali mobili collegano i due livelli. Due ascensori panoramici sono stati, invece, collocati nella zona centrale. L’ingresso presenta una pensilina a sbalzo che segue l’andamento dei portali con una luce variabile tra i 3 e i 20 m.
La larghezza delle banchine misura circa 6 m e la copertura, sorretta da una struttura mista acciaio-cls, è composta da una trave a cassoncino longitudinale appoggiata su due supporti in calcestruzzo, ogni 25 metri circa ed è realizzata con pannelli rettangolari traslucidi in vetro stratificato, posti tra i portali mediante un telaio in alluminio.
Durante la fase progettale, si è pensato, inoltre, alla riqualificazione a verde delle zone lungo il tracciato autostradale mediante alberature di medio basso fusto che coprono la parte bassa della stazione fino all’altezza del passaggio dei treni, lasciando comunque la visuale libera sulla pensilina ondulata in acciaio.
Acque piovane: come convogliarle?
Di fronte all’esigenza di munire l’intera copertura di un sistema di drenaggio e convogliamento delle acque piovane, ogni aspetto della progettazione doveva essere studiato in armonia con tutto l’insieme. L’impianto doveva, inoltre, essere durevole nel tempo, efficiente, facile da installare e privo di saldature.
Sono state, dunque, presentate diverse soluzioni tecniche prima di seguire quella definitiva. Il sistema realizzato presenta canali grigliati e tubi a tenuta, tutti in acciaio inox. Posizionati tra un portale e l’altro, i canali sono raccordati ai tubi secondo un disegno ondulatorio tipico della struttura.
Come da progetto, non è stata effettuata nessuna saldatura ma si è pensato di collegare le tubazioni secondo un sistema brevettato ad incastro, leggero e durevole negli anni.
Montaggio della struttura
Non potendo interferire con l’esercizio ordinario della linea ferroviaria, si è pensato di suddividere le varie attività di montaggio in due categorie: operazioni diurne e operazioni notturne. Per il montaggio, ogni portale è stato suddiviso in tre conci: il primo costituito dal traverso centrale, da sollevare in quota di notte al termine del servizio ferroviario, il secondo e il terzo costituiti dai montanti laterali da sollevare e saldare durante il giorno.
In particolare, il traverso è stato sollevato e poggiato su una struttura provvisionale, costruita sulla banchina, che si estendeva per tutta la lunghezza della stazione.
Questo metodo è stato molto efficiente poiché ha permesso di ottimizzare i tempi e i costi di montaggio senza dover interrompere il flusso giornaliero dei treni.
Ma…
…a distanza di due anni dall’inaugurazione, la Stazione Mediopadana è ancora lontana dall’essere un’infrastruttura completamente funzionante. Costata 79 milioni di euro, è tutt’oggi considerata una cattedrale nel deserto.
Ogni giorno, fermano lì treni che trasportano un numero di viaggiatori nettamente inferiore rispetto a quello previsto durante la fase progettuale. Dunque, bisognerebbe mettere meglio in relazione la stazione con le città limitrofe come Parma e Modena per le quali, non essendo ancora attivi servizi di bus e navette, l’unico snodo è quello di Reggio Emilia. Voi che ne pensate?
Bello ma quanti soldi sprecati che potevano essere usati per i disagi in italia
Questo è il male minore, Diego… In Italia, ci sono un sacco di infrastrutture, costate molto di più, che purtroppo sono state abbandonate a se stesse, non ancora ultimate e chissà se potremmo mai usufruirne… ci auguriamo che, con qualche accorgimento in più, almeno i soldi spesi per la Stazione Mediopadana, diano dei risultati in futuro, magari con un maggior afflusso di utenti! 🙂