Il “mondo” del vetreria, e più nello specifico il vetro di Murano, è un argomento pieno di curiosità e di fascino. Io sono stata varie volte nei laboratori di Murano per vedere come degli esperti artigiani modellano un materiale così delicato.
La loro manualità nel creare oggetti stupendi è qualcosa di affascinante: dai piccoli cavallini, o altri articoli colorati, ai lampadari pieni di gocce luccicanti, a grandi sculture impensabili, mosaici, ecc.
Murano
Nella laguna veneta si trovano 3 isole, tra cui la più grande è Murano, che ai tempi delle invasioni barbariche fu denominata dai suoi abitanti AMMURIANUM; nome derivante da “Porta Orione”, ovvero una “porta” dove arrivavano coloro che scappavano dagli Unni, per tornare a casa. Questa cittadina, col tempo, ha avuto un grande sviluppo economico e si è scoperta piena di risorse e di privilegi.
La lavorazione del vetro nacque intorno al XII secolo a Murano. Il tutto ebbe inizio quando la Repubblica di Venezia chiese di spostare le fonderie per non causare incendi alla città. Il culmine della sua fama, che diventò poi internazionale, si raggiunse intorno al XV secolo e tutt’oggi rimane l’isola più famosa per gli stupendi capolavori che vengono creati.
Tra le tante strutture che ci sono a Murano, caratterizzata da un grande faro, da chiese e monasteri, c’è anche il ricco museo vetraio dove si possono ammirare magnifici esemplari dell’arte vetraria.
Museo del Vetro di Murano Video
Tipologie dei Vetri di Murano
Romano o Murrina
Il termine “Murrino” è stato coniato in epoca moderna nel 1878 dall’abate Vincenzo Zanetti che contribuì alla rinascita della vetreria muranese; usò questo termine per definire vasi e ciotole in stile mosaico che i Romani facevano usando sezioni di canna.
Questi vasi avevano la caratteristica di emanare un odore particolare, forse per le resine usate come legante durante la lavorazione o perché usati per contenere profumi, per cui il termine murrha sarebbe da collegare a myrra=mirra, cioè profumo. Da allora il termine murrino è rimasto per identificare sia le singole sezioni di canna sia l’oggetto ottenuto dalla loro composizione.
Millefiori
Un altro dei tipi di vetro di Murano è il Millefiori è il nome dato ad una tecnica di lavorazione di tipo decorativo, per oggetti o piastrelle.
Questo stile è caratterizzato dalla decorazione di un campo fiorito. Più recentemente, questa tecnica è stata applicata anche ad argilla polimerica e ad altri materiali in quanto possono essere facilmente plasmabili senza essere riscaldati.
Opere di questo stile, realizzate in Italia, si sono ritrovate nell’VIII secolo in siti archeologici in Irlanda, e in sepolture anglosassoni del VII secolo .
Cristallo o Cristallino
L’elevata stima che la Repubblica di Venezia diede all’artista dell’arte vetraia Angelo Barovier, gli ha concesso l’esclusiva di produzione di un vetro molto pulito, prodotto tramite una tecnica da lui messa a punto. Egli lo chiamò cristallino o cristallo veneziano.
Il Cristallo è considerato il più pregiato vetro muranese, trasparente e decolorato; il suo segreto sta nella purezza delle materie usate.
Smaltato
È un vetro che viene decorato con smalto vitreo (ovvero in polvere con eventuale aggiunta di un legante) e poi fuso. Può produrre colori brillanti, duraturi ed essere trasparente, traslucido o opaco. Solitamente i colori desiderati si possono vedere solo quando il pezzo viene messo in forno.
Simile allo smalto vitreo su superfici metalliche, ma la superficie di supporto è di vetro. Assomiglia anche alla decorazione “smaltata” della ceramica, soprattutto su porcellana e si pensa che la tecnica sia passata dal metallo al vetro in un tempo antico e poi, successivamente, alla ceramica.
Opalino o Lattimo
Altro tipo di vetro di Murano è l’Opalino o Lattimo. Questo è di genere opaco, lattiginoso (lavorato con stagno e calcina di piombo). Creato per la prima volta a Murano a metà del 1500 per imitare il bianco delle porcellane orientali.
Il lattimo venne usato nel ‘600 e ‘700 come imitazione della porcellana cinese, soprattutto per oggetti decorati a smalti; imita anche il calcedonio, che è un vetro opaco variegato, rosso in trasparenza, con venature policrome, simile a pietre semipreziose.
Laboratori di Murano – Arte e vetro Video
Tecniche di lavorazione del Vetro
Essendo la creazione del vetro artistico di Murano fatta di molti e complessi passaggi, esistono diverse tecniche di lavorazione.
Soffiatura: è formato da polvere di silice e la liquidazione avviene a una temperatura di 1600 gradi. Nel lasso di tempo che intercorre tra il passaggio dalla stato liquido a quello solido, la sostanza è malleabile, l’artigiano può quindi modellarlo soffiando dentro la canna su cui c’è il vetro, secondo la forma che vuole realizzare. È la tecnica più usata dai vetrai di Murano.
Avventurina: si intende un’antica tecnica che prevede l’avvolgimento nella massa vetrosa di fili di rame.
Filigrana: è una tecnica decorativa a caldo con l’uso di bacchette contenenti fili lisci in lattimo o vetro colorato.
Vetro fusione: prevede che sezioni di vetreria di colori diversi siano accostate su una piastra di fibra di ceramica ricoperta di granuli di materiale vetraio di vario colore che vengono uniti con il supporto vitreo di base, per più sovrapposizioni possibili.
Stampaggio: consiste nell’immettere e nel pressare la pasta vetrosa in stampi predisposti. Con questa tecnica di lavorazione si producono elementi di vetrocemento, piastrelle, lastre ecc.
Laminazione: si tratta di immettere la massa in un sistema di rulli rotanti (laminatoi), facendole assumere forme e spessori a piacere.
Filatura: consiste nello stirare in fibre la massa vetrosa con azione meccanica, ovvero facendo colare la pasta su un disco scanalato di materiale refrattario che gira velocemente o sottoponendo la massa a forti correnti gassose. La lana di vetro viene utilizzata per costruire pannelli isolanti, coppelle per tubi, ecc.
Ci sono tante altre notizie e particolarità sulla lavorazione vetraria e vi consiglio di andare a visitare questi laboratori perché sicuramente ne rimarrete stupiti.